Nel misticismo sciita esiste uno spazio tra l’intelligenza e i sensi, tra l’immaginazione e l’esperienza. Chi lo attraversa vive in una condizione in cui coscienza e realtà si penetrano, spalancandosi alla totalità che insieme le identifica e le attraversa. È un luogo dell’anima, nel quale si realizza un passaggio di consapevolezza. È chiamato
Hurqalaya: il regno delle forme sospese.
Questo luogo esiste davvero, è fatto di vigne e viali alberati, di figli, di madri, di silenzi inespugnabili, di perdono, di cani, di supereroi, di tavole sparecchiate, di un valzer che danzano.
Questo luogo è fatto di persone e vite, che si intrecciano, si svelano, e vogliono raccontare sé stesse attraverso il filo che le lega, alla vita come al cinema: l’amore.
Questo luogo è la Comunità di San Patrignano: il regno delle forme sospese. Dell’amore.
Un amore raccontato da chi lo vive, chi lo aspetta, chi lo ha dimenticato, chi lo impara per la prima volta o ancora, l’amore in quattro storie:
- -L’amore che un ragazzo non ha mai conosciuto, pur conoscendone il tormento della mancanza, che arriva a segnare una giovane vita da una rabbia profonda, dietro cui si cela una straziante solitudine. Per tradurre quella mancanza in qualcosa di bello non si ha bisogno di altro che di qualcuno che gli insegni a crederlo possibile.
- -L’amore per stesso, quello che un ragazzo ha sepolto sotto i suoi abiti consumati e i suoi sentimenti stropicciati, o forse il contrario, ma come si impara ad amare qualcuno che non crede di meritare nemmeno di avere un nome? L’amore si impara solo con l’amore di qualcuno che ti assomigli, che ti sappia leggere dentro, che diventi lo specchio per vedere sé stessi.
- -L’amore degli innamorati, S. e S., le cui iniziali abbracciate creano il simbolo dell’infinito, come infinita è l’attesa del loro amore che non può abbracciarsi, nemmeno sfiorarsi, ma che da sola basta a sognare, perché permette di dare valore alle piccole cose, quelle invisibili agli occhi di chi l’amore non ce l’ha.
- -L’amore assoluto, indecifrabile, denso e puro come quello del sangue. L’amore che semplicemente è, che nulla può cambiare, nemmeno la colpa, nemmeno l’odio, nemmeno il dolore. L’amore che risiede nel perdono, nell’eternità, nell’appartenenza. L’amore che non contempla errori e che supera il tempo: l’amore di una madre.
SOSPESI etimologicamente significa “presi in alto”. Come qualcosa che galleggia a mezz’aria, come le nuvole. Le persone a SanPa sono come nuvole. Trattenute a non cadere. E come le nuvole si trasformano e si preparano a tornare nel mondo dove gli altri li aspettano, quello da cui erano venute. Tornano con ferite nell’anima e futuro negli occhi. Ma il passaggio è lento, difficile, importante: realizzano ciascuna la propria sintesi di consapevolezza, tra realtà e coscienza.
Non sono attraversate dal tempo ma lo attraversano. A San Patrignano. Il loro Regno delle forme sospese.